Il contesto della riforma
Nel panorama delle riforme della pubblica amministrazione italiana, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha attraversato negli ultimi anni un periodo di profonde trasformazioni. La riforma dell’ordinamento dei vigili del fuoco, sta toccato aspetti fondamentali dell’organizzazione e del funzionamento del Corpo, coinvolgendo in particolare il ruolo degli ispettori antincendi.
Gli ispettori antincendi rappresentano una figura professionale altamente specializzata all’interno del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. L’accorpamento del personale precedentemente suddiviso in tre ruoli distinti (Vigili, CS/CR, Ispettori) in un unico ruolo rappresenta un grave appiattimento verso il basso che non riconosce le specifiche competenze e responsabilità acquisite. Questa scelta appare particolarmente ingiusta nei confronti degli attuali Ispettori, professionisti che hanno raggiunto il loro ruolo attraverso concorsi pubblici rigorosi, sia esterni che interni, con requisiti accademici specifici.
Gli Ispettori oggi ricoprono ruoli di grande responsabilità: sono responsabili di settore, coordinano i servizi di guardia, partecipano a commissioni d’esame interne ed esterne, svolgono attività didattica, operano nelle commissioni di vigilanza, conducono visite ispettive e analisi progettuali, partecipano ai Comitati Consultivi Statistici in Prefettura, fanno parte delle squadre Mo.Recs durante le calamità. Accorpare queste professionalità in un ruolo unico significa svilire competenze che il Paese ha investito anni a formare.
L’emergere delle preoccupazioni
La proposta di riforma dell’ordinamento ha suscitato serie preoccupazioni tra gli ispettori antincendi riguardo al loro futuro professionale e al riconoscimento delle loro competenze specifiche. Le modifiche previste dalla nuova normativa sembravano mettere in discussione non solo l’autonomia professionale della categoria, ma anche il percorso di carriera e le prospettive di sviluppo all’interno del Corpo.
La costituzione del Comitato
Di fronte a queste sfide, un gruppo di ispettori antincendi ha deciso di organizzarsi per far sentire la propria voce e tutelare i diritti e le prerogative professionali della categoria. È nato così il Comitato Ispettori Antincendi, un’associazione spontanea di professionisti uniti dalla volontà di preservare l’identità e le competenze specifiche del ruolo.
Il Comitato si è costituito come punto di riferimento per tutti gli ispettori antincendi d’Italia, con l’obiettivo di:
- Rappresentare unitariamente le istanze della categoria
- Promuovere il dialogo con le istituzioni e i decisori politici
- Sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del ruolo degli ispettori antincendi
- Proporre soluzioni alternative alle criticità evidenziate dalla riforma
Le azioni da intraprendere
Il Comitato avvierà una serie di iniziative volte a contrastare gli aspetti più controversi della riforma. Tra le principali azioni intraprese:
Mobilitazione professionale: Organizzazione di assemblee e riunioni per coinvolgere attivamente tutti gli ispettori antincendi del territorio nazionale, creando una rete di comunicazione e coordinamento efficace.
Comunicazione pubblica: Utilizzo di canali di comunicazione tradizionali e digitali per informare cittadini e stakeholder sull’importanza del ruolo degli ispettori antincendi nella sicurezza pubblica.
Supporto legale: Valutazione di possibili ricorsi amministrativi e contenziosi per tutelare i diritti acquisiti della categoria.
Le rivendicazioni principali
Nel loro documento il comitato chiede di riconsiderare la bozza attuale, aprendo un confronto costruttivo con le rappresentanze del personale per arrivare a una soluzione che:
- Rispetti la professionalità e i diritti acquisiti
- Valorizzi le competenze specifiche
- Mantenga il principio del merito
- Garantisca prospettive di carriera eque per tutti
L’impatto sul settore
La nascita del Comitato ha avuto un impatto significativo sul dibattito relativo alla riforma del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. L’azione organizzata degli ispettori antincendi vuole contribuire a:
- Accendere i riflettori sulla specificità del ruolo tecnico all’interno del Corpo
- Stimolare un confronto più approfondito sulle implicazioni della riforma
- Coinvolgere altri attori istituzionali e professionali nel dibattito
- Evidenziare l’importanza della prevenzione incendi nella sicurezza pubblica
PETIZIONE ONLINE SU CHANGE.ORG
LETTERA APERTA
Al Ministro dell’Interno Pref. Matteo PIANTEDOSI
Al Sottosegretario di Stato per l’Interno On. Emanuele PRISCO
Al Capo del Dipartimento dei Vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile Pref. Attilio VISCONTI
Al Capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco Dott. Ing. Eros MANNINO
Al Direttore centrale per l’emergenza, il soccorso tecnico e l’antincendio boschivo Ing. Marco GHIMENTI
Al Direttore centrale per le risorse umane Pref. Maddalena DE LUCA
Al Direttore centrale per l’Amministrazione generale Pref. Roberta LULLI
Al Direttore centrale per la programmazione e gli affari economici e finanziari Dott. Fabio ITALIA
All’Ufficio III – Relazioni Sindacali Viceprefetto Renata CASTRUCCI
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**Oggetto: Appello urgente per la tutela della professionalità e dei diritti acquisiti nel riordino del CNVVF**
Egregi Signori,
ci rivolgiamo a Voi con profonda preoccupazione per esporre le criticità che emergono dalla bozza di riordino del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, un documento che, nelle sue attuali formulazioni, rischia di compromettere decenni di evoluzione professionale e di mortificare competenze acquisite sul campo.
Le nostre principali preoccupazioni
1. L’appiattimento dei ruoli: una perdita di professionalità
L’accorpamento del personale precedentemente suddiviso in tre ruoli distinti (Vigili, CS/CR, Ispettori) in un unico ruolo rappresenta un grave appiattimento verso il basso che non riconosce le specifiche competenze e responsabilità acquisite. Questa scelta appare particolarmente ingiusta nei confronti degli attuali Ispettori, professionisti che hanno raggiunto il loro ruolo attraverso concorsi pubblici rigorosi, sia esterni che interni, con requisiti accademici specifici.
Gli Ispettori oggi ricoprono ruoli di grande responsabilità: sono responsabili di settore, coordinano i servizi di guardia, partecipano a commissioni d’esame interne ed esterne, svolgono attività didattica, operano nelle commissioni di vigilanza, conducono visite ispettive e analisi progettuali, partecipano ai Comitati Consultivi Statistici in Prefettura, fanno parte delle squadre Mo.Recs durante le calamità. Accorpare queste professionalità in un ruolo unico significa svilire competenze che il Paese ha investito anni a formare.
2. Il merito comparativo: una contraddizione del sistema concorsuale
L’introduzione del merito comparativo come criterio di progressione in carriera rappresenta un passo indietro rispetto al principio costituzionale del concorso pubblico. Come è possibile che colleghi possano diventare Ispettori senza sostenere alcun esame, quando gli attuali Ispettori hanno superato concorsi complessi su materie infinite e articolate, con requisiti di laurea e abilitazione professionale?
3. Le ingiustizie del sistema transitorio
Assistiamo al paradosso per cui concorsi non ancora espletati per Ispettori specialisti vedranno una decorrenza giuridica maggiore rispetto a Ispettori che svolgono già la mansione da oltre tre anni. Ispettori con più di venti anni di carriera hanno dovuto cambiare comando, subendo disagi professionali e personali.
4. La disparità di trattamento tra i ruoli
Mentre agli attuali Direttivi Speciali viene offerta nuovamente la possibilità di avanzare in carriera senza concorso – da geometri e periti assunti come CTA, passati a SDACE, poi a DCS, ora Direttivi con possibilità di diventare Dirigenti – per gli Ispettori, pur avendo titoli accademici superiori, non è prevista alcuna sanatoria o ruolo ad esaurimento.
Le nostre proposte costruttive
1. Riconoscimento del ruolo degli Ispettori
Proponiamo il transito degli attuali Ispettori, vincitori di concorsi per esami, al ruolo di Sostituto Direttivo, figura già presente in altri corpi dello Stato come la Polizia di Stato con il nome di Sostituto Commissario.
2. Ampliamento delle tipologie di lauree per i Direttivi
Considerato il continuo crescere delle funzioni del CNVVF, suggeriamo di ampliare lo spettro delle lauree per accedere alla carriera direttiva, includendo figure come il Funzionario Tecnico Giuridico Antincendio per la formazione dei nuclei di Polizia Giudiziaria e per l’applicazione del D.Lgs. 758/94 in materia di prevenzione incendi sui luoghi di lavoro.
3. Mantenimento del principio del merito
Se si vuole equiparare le carriere, non è possibile distruggere il merito. In altri corpi dello Stato, come la Polizia, i passaggi di qualifica avvengono tutti per concorso (Sovrintendente, Ispettore, Vice Commissario).
Il nostro appello
Signori, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è un’eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo. La sua forza risiede nella professionalità, nella competenza e nella dedizione dei suoi uomini e delle sue donne. Un riordino che non tenga conto di questi valori, che mortifichi le competenze acquisite e che non rispetti i diritti acquisiti, rischia di indebolire un’istituzione che rappresenta un patrimonio nazionale.
Vi chiediamo di riconsiderare la bozza attuale, aprendo un confronto costruttivo con le rappresentanze del personale per arrivare a una soluzione che:
– Rispetti la professionalità e i diritti acquisiti
– Valorizzi le competenze specifiche
– Mantenga il principio del merito
– Garantisca prospettive di carriera eque per tutti
Il personale del CNVVF merita rispetto e riconoscimento per il servizio che quotidianamente rende al Paese. Un riordino giusto ed equo è possibile: basta volerlo.
Restiamo in attesa di un Vostro riscontro e della possibilità di aprire un dialogo costruttivo su questi temi fondamentali.
Con profonda stima e fiducia nelle Istituzioni,
Comitato Ispettori Antincendi NO RIFORMA
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Roma, 11 luglio 2025