L’inalazione di fumo è dovuta principalmente agli incendi. Se
non esistono statistiche affidabili in Italia in materia di morbilità e mortalità legate agli incendi, a fornire un quadro esaustivo, al riguardo, è l’annuario statistico “ufficiale” dei Vigili del Fuoco, i cui ultimi dati disponibili sono relativi al 2017. E’ vero che si è trattato di un anno “horribilis” sul fronte degli incendi, ma è anche vero che i dati, sia pur considerando l’eccezionalità del periodo preso in esame, fanno rabbrividire.
Nel 2017 i pompieri sono intervenuti su qualcosa come 325.941 tra incendi ed esplosioni, il che significa 893 al giorno: il numero è risultato in aumento rispetto sul 2016 di ben il 33,7% e addirittura del 45,9% considerando la media dell’ultimo quinquennio. Un incremento che non ha riguardato solo gli incendi boschivi, per i quali il 2017 è stato disastroso (più 321,6% rispetto all’anno precedente), ma anche, tra i vari luoghi, le case e per le autorimesse private (con un aumento di quasi il 20%). Questa tipologia di intervento costituisce praticamente un terzo (il 32,6%) di tutte le uscite di soccorso dei vigili del fuoco.
Ma dove avvengono in particolare gli incendi? L’11,2% nelle abitazioni e un 3,2% negli edifici in genere, mentre gli altri grandi ambiti sono quelli del “verde” (il 16% nei campi, il 6,9 nelle zone rurali e il 6,8% nelle aree boschive) e delle strade (18% in quelle cittadine, l’8,1% in quelle extraurbane, l’1,4% nelle tangenziali).
E cosa va a fuoco più facilmente? Sterpaglie (32,5%), arbusti (5,5%) e alberi (3,9%), rifiuti (8,2%), ma anche auto (5,7%) e autocarri (0,8%), arredamenti (1,9%), camini e canne fumarie (2,6%) e tetti (1,1%).
Infine le zone più colpite dal fenomeno, dove i pompieri hanno effettuato il maggior numero di interventi, sono quelle di Roma (tra i 20 e 25mila) e, a seguire, Milano, Torino e Napoli (da 15 a 20mila). Le province più virtuose, invece, Aosta, Trento e Bolzano (con meno di 5mila interventi).
E le cause? Nel 62,1% dei casi non si sono potute accertare con sicurezza, a testimonianza di quanto siano complesse, proprio per la natura distruttiva di quest’evento, le indagini sugli incendi e a riprova del fatto che, qualora se ne subisca uno, è sempre opportuno affidarsi ad un esperto, tanto più nell’eventualità di una copertura assicurativa.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, invece, i casi “probabilmente” dolosi sono “soltanto” il 4%, come i roghi dovuti a canne fumarie (4%) e a cause elettriche (3,6%): nel 2% dei casi accertati, a causare le fiamme è stato il classico mozzicone di sigaretta.
Se il 52% dei decessi per incendio appare legato alle ustioni, il 48% è dovuto all’aggressione tossica . I fumi sono un mezzo
complesso ed eterogeneo che combina una fase gassosa (composta da più di un centinaio di principi attivi), una fase particolare(fuliggine) e del vapore acqueo. Il danno anossico è dovuto, da
una parte, alla deprivazione di ossigeno (la combustione dei materiali in una stanza genera una riduzione della pressione parziale di ossigeno) e, dall’altra, all’azione tossica diretta dei gas
asfissianti: una parte dell’emoglobina viene convertita in metaemoglobina (con un atomo di ferro sotto forma ferrica [Ferro3+])
che non permette più la fissazione dell’ossigeno. L’emoglobina si carica, inoltre, di monossido di carbonio, diminuendo la quantità di emoglobina disponibile per il trasporto di ossigeno. Infine, la tossicità del cianuro vieta l’uso cellulare di ossigeno. Perciò, tutto contribuisce all’ipossia
Le vittime d’incendio sono potenziali vittime intossicate, ma anche traumatizzate (spesso per defenestrazione, frequentemente fatale) e/o ustionate. Le vittime da inalazione di fumo d’incendio
sono esposte a tre rischi principali :
• le ustioni delle vie aeree superiori: cavità orale, orofaringe e
laringe;
• l’ostacolo fisico da parte delle particelle delle divisioni bronchiali e del parenchima polmonare, associato a una reazione infiammatoria della mucosa, che altera lo scambio di gas;
• l’asfissia metabolica da tossicità sistemica dei gas inalati: se il
monossido di carbonio e molti altri gas hanno una responsabilità in questa tossicità sistemica, i cianuri sono ampiamente implicati.