Il 23 maggio del 1992, in quello che sembrava un normalissimo pomeriggio palermitano di quasi estate, cambiavano le sorti della città, della Sicilia, del Paese intero. Una potente carica di esplosivo sventrava l’autostrada Palermo-Mazara all’altezza di Capaci: in un inferno di fiamme e fumo, lamiere e asfalto la mafia compiva la sua vendetta contro il giudice Giovanni Falcone. Con lui morivano la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il 19 luglio dello stesso anno la stessa sentenza di morte, questa volta in via D’Amelio, veniva eseguita per Paolo Borsellino Con lui c’erano i suoi angeli custodi: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della polizia a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
“Lo scenario era di guerra tipo Beirut”. Parla l’ex onorevole Pino Apprendi capo squadra dei vigili del fuoco che il 23 maggio 1992 ha estratto i corpi degli agenti, di Giovanni Falcone e il magistrato Morvillo subito dopo lo scoppio dei 400 kg del tritolo che ha fatto saltare in aria le due autovetture blindate nell’autostrada a Capaci.
L’ingegner Giuseppe Montesanto presente sul posto quel giorno ha detto: “Avevo l’incarico di ispettore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia. Quel weekend avevo deciso di andare a San Vito Lo Capo. Arrivata la notizia ho deciso di mettermi in auto e giungere sul posto della strage. L’autovettura di Falcone era al centro della carreggiata. A prima vista non si vedeva la macchina degli uomini della scorta che era finita nelle campagne. Ad oggi ancora troppe cose non sono state risolte in questo attentato”.
Quel giorno ha operato come capo reparto dei vigili del fuoco anche Salvatore Maltese, “Parlare di quel giorno mi mette tristezza. Mentre ci avvicinavamo vedevamo solo polvere e detriti. Arrivati a destinazione sembrava uno scenario di guerra. Tutto a torno il silenzio. Il resto è storia”.
Il telefonista Aldo di Trapani racconta che era una giornata di sabato tranquilla quando alle 17.57 “ho ricevuto una telefonata che mi ha fatto gelare il sangue”.
tratto da ilsicilia.it
VIDEO VIGILI DEL FUOCO INTERVENUTI
Per la prima volta il video girato dalle squadre del pronto intervento arrivate a Capaci dopo l’attentato. In particolare, le immagini mostrano il lavoro dei vigili del fuoco intorno alla macchina della scorta del giudice Falcone, la Quarto Savona 15, sulla quale si trovano i tre agenti di Polizia rimasti uccisi: Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro